Da qualche anno, in Italia, questo fenomeno sembra essere in continua espansione, in particolare sembra essere una realtà sempre più evidente nella virtualità di internet
da qui infatti giungono le numerose testimonianze, riscontrabili nei forum, siti informativi, blog, gruppi di discussione, chat e post di YouTube sull’argomento.
Queste rappresentano l’espressione di una collettività invisibile che ricorre al mezzo virtuale per trovare altri simili e ridurre così l’isolamento e la solitudine che spesso caratterizzano questo comportamento.
I dati sul fenomeno italiano non sono moltissimi, in particolare sulla popolazione generale, tuttavia ci sono alcuni lavori recenti piuttosto significativi. Ad esempio uno studio compiuto su studenti tra i 13 e i 22 anni di Napoli ha riscontrato che il 42% di questi ha una precedente storia di comportamento autolesionista ed il 10% riferisce più di 4 episodi nella vita (Cerutti, Manca, Presaghi e Gratz, 2010).
Stime sulla popolazione universitaria riportano invece una percentuale del 20.6% di partecipanti che riferisce almeno un episodio di autoferimento nella vita (Sarno, Madeddu e Gratz, 2010). Rispetto alle caratteristiche del fenomeno in Italia, sembra che interessi prevalentemente soggetti di sesso femminile, con età media di 20 anni e un alto livello di scolarità, che iniziano a ferirsi tra i 13 e i 16 anni, in seguito a eventi particolarmente stressanti (Martorana, 2009).