Sono una ragazza di ormai 33 anni, ma non riesco ancora a definirmi donna. Convivo con l'autolesionismo dall'età di circa 13 anni, le forme di autolesionismo sono molte e credo di averle provate quasi tutte.

 

Quando avevo 13 anni io non c'erano i social e non avevo accesso a internet e non ero a conoscenza di questo fenomeno. Ho scoperto l'autolesionismo provandolo sulla mia pelle. Non è stato un preciso evento a spingermi a farlo ma un fiume in piena di tensione emotiva, il fatto di sentirmi perennemente in gabbia e braccata a casa mia. L'autolesionismo per me è stata una fuga dal dolore emotivo e in quel momento quando ti tagli senti solo pace e sollievo e non ti preoccupi del fatto che quella ferita lascerà una cicatrice. La prima volta mi sono tagliata con la lametta sul braccio, poi sono passata alle cosce perché più nascoste. Ricordo che una volta dopo essermi tagliata e dopo essermi medicata ero così rilassata da essermi addormentata subito dopo. Mi vergognavo delle cicatrici che cercavo di nascondere, a scuola cercavo di cambiarmi quando tutte erano uscite dallo spogliatoio e sul braccio mettevo bracciali per confondere. Non l'ho mai fatto per avere attenzioni ma solo per stare meglio. In un secondo momento sono passata a procurarmi il vomito volontariamente e la sensazione che ti dava dopo era molto simile. Crescendo ho smesso di tagliarmi fondamentalmente perché mi vergognavo delle ferite e di dover dare spiegazioni a chi le vedeva. Ho iniziato quindi a mangiarmi le unghie e le pellicine in modo compulsivo da farmi uscire sempre sangue. C'è stato solo arco di tempo della mia vita in cui sono "guarita", ho avuto una relazione con una persona che mi ha amato e che teneva al mio benessere più di quanto ci tenessi io e questo suo amore mi ha fatto passar la voglia di farmi del male. Quando ci siamo mollati è ricominciato tutto, breve periodo di anoressia, abuso di alcool e infine la dermatillomania. Mi gratto il viso arrivando a sanguinare provocando poi un forte senso di vergogna ma non sono mai riuscita a smettere. Ogni volta che mi guardo allo specchio soffro. Essere consapevoli di essere il peggior nemico di se stessi è straziante. Credo che la soluzione per guarire da qualsiasi forma di autolesionismo sia l'amore, amore che dobbiamo imparare a darci da soli. Ma imparare ad amarsi, imparare a farci una carezza invece di un taglio è davvero dura, per me è la cosa più difficile.


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